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Naturalmente accompagnati a Losone

#Buone pratiche

Ci sono vari percorsi che è possibile intraprendere per portare i più giovani ad apprendere all’esterno delle aule scolastiche. Un esempio è quello del progetto Naturalmente accompagnati, grazie al quale molte classi di Losone hanno fatto scuola nel Bosco di Maia. Questa è una delle realtà di successo che sono state raccontate durante la seconda giornata di scambio sull’insegnamento all’aria aperta Tessere le reti che ha avuto luogo il 22 aprile 2023.

 

di Amina Elia

Scuola all’aperto, outdoor education, insegnamento all’aria aperta, sono termini e pratiche che negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede negli ambienti scolastici, extra-scolastici e di ricerca. Probabilmente complice anche la pandemia di Covid-19 che da una parte ci ha portati a stare molto in casa e dall’altra ci ha insegnato che gli spazi aperti rendono meno facile la trasmissione virale e migliorano il benessere. Tuttavia, fare scuola all’aperto non è una pratica nata solo di recente.

Bosco di Maia
Riserva bosco di Maia © Luca Provini, Responsiva Sagl

 

Molte allieve e molti allievi dell’istituto scolastico di Losone hanno iniziato ad apprendere all’aria aperta, sotto alle fronde degli alberi della Riserva forestale del Bosco di Maia. Questo è stato possibile grazie alla nascita del progetto Naturalmente accompagnati, concepito da Federico Cahenzli (docente di scuola elementare, selvicoltore e illustratore per passione) e sostenuto dal Patriziato di Losone e appoggiato dalla direzione scolastica. Il progetto ha un triplice obiettivo: da una parte promuovere e far vivere nel tempo la Riserva forestale del Bosco di Maia, istituita nel 2020, e il suo sentiero didattico. Il secondo obiettivo è quello di supportare i e le docenti durante le uscite dall’aula. Infine, il progetto vuole anche aiutare allieve e allievi a rafforzare il proprio rapporto con la natura e con la realtà territoriale.

 

Il recente progetto, che ha visto la luce a settembre 2022, offre la possibilità alle e agli insegnanti di trovare la formulazione più adatta alle proprie esigenze e a quelle dalla classe. Possono scegliere se aderire al progetto semplicemente per vivere l’esperienza nel bosco una o due volte durante l’anno scolastico oppure, se andare a sviluppare un progetto più sostanzioso con uscite regolari (mensili o bisettimanali). Federico racconta: è fondamentale che chi insegna e chi apprende abbiano modo di scoprire insieme le potenzialità della didattica all’aperto. L’ideale sarebbe uscire con regolarità affinché le uscite nel bosco inizino a fare parte della realtà dei bambini e non rappresentino un’eccezione nel percorso d’apprendimento. Inoltre gli è sembrato che coloro che hanno svolto 8-10 uscite siano stati più soddisfatti della propria esperienza. Ciononostante, offre comunque la possibilità di accompagnare le classi di Losone in uscite singole siccome: un’unica uscita è meglio di nessuna. Federico si mette a disposizione delle colleghe e dei colleghi per proporre e progettare insieme percorsi o progetti didattici che tengano conto dei diversi ambiti di competenza disciplinari (italiano, matematica, arti, studio d’ambiente, ecc.) e sfruttino gli stimoli e i materiali presenti sul posto.

L’approccio di Federico non è focalizzato solo sull’apprendimento di bambine e bambini: con loro alterna momenti di spiegazione frontale a discussioni collettivi e momenti in cui lascia loro l’occasione per sperimentare e scoprire in autonomia. Allo stesso tempo, si dedica a instaurare un dialogo e sviluppare riflessioni assieme alle e ai docenti, osservando allieve e allievi e le opportunità d’apprendimento e di socializzazione da un punto di vista diverso. Vuole così rendere la pratica educativa più sostenibile per chi insegna, dare la possibilità di conoscere coloro che apprendono in un contesto diverso da quello che si crea in classe e mostrare le potenzialità del bosco come luogo d’apprendimento.

Ci racconta un breve aneddoto: Al ritorno verso la sede scolastica, durante un giorno di pioggia (le previsioni meteo promettevano un tempo più asciutto rispetto a quello che è stato), fradici e circondati da una fitta nebbia le bambine e i bambini hanno iniziato a raccontarsi storie, alimentate dal contesto suggestivo e a tratti quasi magico nel quale si trovavano immersi. È rimasto colpito nell’ascoltare le storie che inventavano con spontaneità sulla strada del ritorno, a pranzo e ancora nel pomeriggio. Per sua esperienza, solitamente, le bambine e i bambini faticano a trovare ispirazione quando in classe viene chiesto loro di scrivere una storia.

Aline Bracelli è una delle docenti che ha approfittato degli accompagnamenti insieme alla sua classe, una terza elementare. Aline ci ha confidato che è stata molto contenta di partecipare a questo progetto. Uno dei suoi dubbi iniziali riguardava le tempistiche, aveva infatti paura di non riuscire a trattare tutti gli argomenti previsti dal programma a causa delle frequenti uscite nel bosco. Ebbene, a due terzi dell’anno scolastico, afferma che assieme alla classe è riuscita a fare ben più di quello che si aspettava (sia in termini di competenze disciplinari che trasversali, come coesione del gruppo classe e di autostima personale); non “nonostante le uscite” ma “grazie anche alle uscite”.

Esistono infiniti modi per rendere realtà l’apprendimento all’aria aperta. Questo è solo uno dei tanti ed è stato reso possibile dalla collaborazione tra una persona volenterosa e appassionata, un ente (il Patriziato di Losone) disposto a finanziare parte del progetto e un istituto scolastico che ha accolto con entusiasmo l’opportunità proposta.

 

Contatti:

https://www.boscodimaia.ch/it

boscodimaia@bluewin.ch

 

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