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Melanie Glaettli

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Melanie Glaettli

Da luglio 2024, Melanie Glaettli è responsabile del progetto «Imparare all’aperto» per la Svizzera francese.

In questa intervista che segue, Melanie racconta di lei, delle sue esperienze professionali e della sua visione dell’apprendimento all’aria aperta.

Nel 2011 hai completato il CAS Educazione ambientale attiva nella natura. Che cosa ha scatenato in te questo corso di formazione?

Melanie (à gauche) en présence de ses collègues de la première volée du CAS en EEN 2009-2011.
Melanie (a sinistra) durante la prima edizione del CAS en EAN 2009-2011.

Non provengo dall’ambito pedagogico e nel CAS ho imparato una serie di metodi e rituali per diverse fasce d’età; strumenti che non ho usato subito, ma di cui mi avvalgo oggi! La mia scoperta: lavorare con i sensi mi ha aiutato a sviluppare nuovamente un metodo di osservazione olistica, proprio dei bambini. Da adulti spesso non ci pensiamo più, ma è davvero un toccasana entrare in contatto con la natura in questo modo. A proposito: all’inizio del CAS mi ero annoiata con il metodo del «luogo naturale personale» (dal francese PMP, petit milieu personnel): ero troppo presa dal mondo razionale e mi sono resa conto di avere difficoltà a essere pienamente concentrata sul presente. Sento che oggi dovrei di nuovo cercare un luogo naturale personale.

Qual è il tuo percorso professionale?

Ho studiato biologia, specializzandomi in ecologia ed evoluzione. Ero affascinata dalla botanica e dalla riproduzione delle piante. Ho quindi svolto una tesi e poi diversi anni di ricerca in Svizzera e all’estero. In cerca di stabilità, ho poi trascorso 15 anni lavorando a sostegno della ricerca clinica, esplorandone le molteplici sfaccettature: finanziamenti, successioni, etica, regolamentazione e creazione di reti di collaborazione per sostenere i medici-ricercatori. Nonostante questa ricca esperienza, il mio sogno rimaneva quello di riavvicinarmi all’ambiente. L’estate scorsa le stelle si sono allineate e sono entrata a far parte della Fondazione SILVIVA.

 

Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro presso SILVIVA?

Lavorare per il benessere dei bambini e formare le generazioni future è un lavoro significativo. In più, il team è molto disponibile, di sostegno e il modo di lavorare è stimolante. C’è una buona dinamica e flessibilità. La diversità dei partner e dei contenuti è una vera sfida, ma è proprio questo che mi motiva.

 

Dove vedi il maggior potenziale di sviluppo per l’apprendimento all’aria aperta?

Le direzioni scolastiche rappresentano una leva importante. La difficoltà risiede nell’alto numero di scuole da approcciare. Vedo un punto chiave nelle aree urbane, dove vive la maggior parte dei bambini che non possiede o possiede poche opportunità di stare nella natura. L’apprendimento all’aria aperta può essere svolto nei parchi cittadini o progettando gli spazi nel perimetro scolastico vicini allo stato naturale; in generale le aree urbane si possono rendere più verdi. Più classi scolastiche escono regolarmente all’aria aperta, più è probabile che le amministrazioni comunali soddisfino questa esigenza con maggiori spazi verdi pubblici, ad esempio su aree dismesse esistenti. Inoltre, sarà benefico per tutta la popolazione di queste zone urbane.

Vedo anche un potenziale nella creazione di reti locali: sembra che ci siano poche realtà in cui gli insegnanti si sono coordinati per uno scambio di idee sulle loro lezioni all’aperto, in modo che tutti possano trarne beneficio. Reti di questo tipo possono fornire tutta una serie di materiali didattici “chiavi in mano” e aiutare coloro che non hanno ancora osato provare.

La formazione degli insegnanti è già relativamente ben sviluppata, almeno per quanto riguarda la formazione continua, ma sarebbe anche una buona idea garantire che l’approccio alla didattica all’esterno venga trasmesso nei corsi di formazione di base, anche se si tratta solo di una breve panoramica. Questo è un modo per sensibilizzare gli insegnanti e mostrare loro che è possibile e stimolante.

Classe de jeunes en milieu urbain

Un’altra leva essenziale è la sensibilizzazione dei genitori, dei responsabili dell’istruzione e delle varie comunità della società per superare gli ostacoli istituzionali o culturali. Il coinvolgimento delle autorità locali potrebbe anche consentire di sviluppare progetti con le scuole, in particolare a livello secondario, dove gli adolescenti possono essere incoraggiati ad agire insieme come futuri cittadini, portando soluzioni alla loro comunità e al loro ambiente di vita.

Grazie mille e buon lavoro!

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